I verbali della Fed rivelano un approccio cauto
I verbali della riunione della Federal Reserve del 31 ottobre-1 novembre mostrano i politici alle prese con segnali contrastanti. Alla fine, hanno concordato di esercitare cautela e di mantenere il tasso obiettivo dei fondi Fed tra il 5,25% e il 5,50%. Ghriskey ha aggiunto: “I verbali confermano la dichiarazione dell’ultima riunione e della successiva conferenza stampa (del presidente Jerome) Powell, secondo cui la Fed probabilmente resterà in attesa per ora. Se l’inflazione dovesse riaccelerare, probabilmente dovrebbero agire, ma in assenza di ciò, siamo in un periodo di tariffe più elevate per periodi più lunghi, e per questo li prendiamo in parola.”
Le vendite di case esistenti crollano con l’aumento dei tassi ipotecari
Il fronte economico rivela un calo significativo delle vendite di case esistenti, che hanno raggiunto il punto più basso degli ultimi 13 anni. L’aumento dei tassi ipotecari e le scorte limitate hanno dissuaso i potenziali acquirenti di case dall’entrare nel mercato.
Il Dow Jones Industrial Average ha subito un calo di 84,7 punti, pari allo 0,24%, chiudendo a 35.066,34. Allo stesso modo, l’S&P 500 ha perso 10,5 punti, ovvero lo 0,23%, chiudendo a 4.536,88. Il Nasdaq Composite, ad alta percentuale tecnologica, ha subito il calo maggiore, perdendo 87,66 punti, o lo 0,61%, chiudendo a 14.196,87.
Le azioni europee hanno chiuso con un calo nominale poiché i titoli bancari hanno pesato sul mercato. L’indice paneuropeo STOXX 600 ha registrato un calo dello 0,09%, mentre l’indice azionario globale MSCI è sceso dello 0,18%. Tuttavia, le azioni dei mercati emergenti hanno registrato un aumento dello 0,26%. In Asia, il più ampio indice MSCI delle azioni della regione Asia-Pacifico al di fuori del Giappone ha chiuso in rialzo dello 0,43%, mentre il Nikkei giapponese ha registrato un calo dello 0,10%.
I rendimenti dei titoli del Tesoro di riferimento hanno vacillato, inizialmente scendendo dopo l’asta TIPS per poi stabilizzarsi dopo la pubblicazione dei verbali della Fed. Il prezzo ultimo delle obbligazioni a 10 anni era del 4,4218%, mentre il rendimento delle obbligazioni a 30 anni era del 4,586%.
Il dollaro USA si è leggermente apprezzato rispetto a un paniere di valute mondiali a causa delle crescenti aspettative che la banca centrale introdurrà tagli dei tassi all’inizio del 2024. L’indice del dollaro è cresciuto dello 0,14%, con l’euro in calo dello 0,24% a 1,0912 dollari. Lo yen giapponese si è rafforzato dello 0,01% rispetto al dollaro a 148,36, mentre la sterlina è stata scambiata a 1,2537 dollari, registrando un aumento dello 0,26%.
I prezzi dell’oro sono saliti ai massimi di due settimane, superando brevemente la soglia dei 2.000 dollari l’oncia. Questo aumento può essere attribuito alle aspettative che la Federal Reserve abbia concluso il suo ciclo di inasprimento. Ghriskey ha osservato: “L’oro ha registrato una certa ripresa, e in parte ciò è dovuto a preoccupazioni geopolitiche e agli investitori alla ricerca di un rifugio sicuro”.